Mons. Gaillot
in visita in Ticino
DUE DOMANDE AL NOSTRO VESCOVO GIUSEPPE
D:
Più volte è stato affermato e scritto che il Vescovo Gaillot sarebbe
stato "rimosso dalla sua Diocesi perché si è occupato dei
poveri". Come reagisce il nostro vescovo?
R: Chi dice di occuparsi dei poveri, non scopertine/copre proprio nulla di nuovo.
Dobbiamo infatti riconoscere che da sempre la Chiesa, nelle sue varie componenti,
si è occupata dei poveri: non sarebbe difficile dimostrarlo. Come direttore
di Caritas, ho vissuto un'esperienza concreta in questo settore. Sulla base
della stessa posso concludere che questo Ente, sia a livello locale (pensiamo
soltanto, per esempio, all'attuale impegno per i disoccupati), sia sul piano
nazionale e internazionale, è un'istituzione seconda a nessuno in questo
impegno a favore dei poveri, che le è specifico.
D: Cosa pensa il nostro Vescovo delle affermazioni sulla "verità"
del Vescovo Gaillot ascoltate in TV: "La verità è di fronte
a noi, la cerchiamo, nessuno grazie a Dio la detiene. Non è un tesoro
da nascondere e da mettere sotto chiave. Quando Gesù nel vangelo dice:
"Sono il cammino della verità" non si ha certezza, non si sa
esattamente che è Gesù, è un mistero, è qualcuno
che ci sfugge, che cerchiamo di conoscere come persona."
R: La verità è Cristo: non manipoliamo né Cristo, né
la verità. Ogni uomo di buona volontà, (ce ne sono stati molti:
pensiamo anche soltanto ai Santi) cerca Cristo e la verità. È
evidente che il protagonismo è molto insidioso, cieco e "picconaro":
anche questo può diventare una forma di potere. Chi cerca il potere nella
Chiesa e non la fede anche sofferta, non va lontano, al massimo raggiunge il
traguardo del "boom" giornalistico (o "mediatico"), a danno
della giustizia e, ancora una volta, della verità.
Due passaggi dell'emissione televisiva
"Era. Ora" del 27 maggio 97 alla TSI presi in esame in questo articolo
1
Domanda: "Abbiamo parlato di verità; ecco, se Lei è mio vescovo
e se io come cattolico Le dico che faccio fatica a credere alla verità
rivelata, per esempio, al dogma di Maria Vergine, Lei mi dice che non sono più
cattolico?".
Risposta di Mons. Gaillot: "No, non direi questo; credo che sia importante
che i cattolici si pongano delle domande, perché oggi i cattolici pensano
con la propria testa e non accettano più che si dica loro: "Dovete
credere questo e quest'altro". Hanno bisogno di illuminarsi. Quando un
cristiano riflette sul Credo che recita, lo esamina, s'interroga. È necessario
che possa capire meglio quello che crede o , meglio, quello che credeva di credere".
2 Domanda: "Mi sono preso una nota che forse La sorprenderà.
Prima di tutto debbo dirle che non so dove l'ho letta questa nota, però
l'ho scritta: "Il Papa è un crociato della verità, Gaillot
è un fantoccino della sincerità".
Risposta di Mons. Gaillot (dopo un istante, mi è parso, di comprensibile
imbarazzo): "Si, una bellissima formula. Per fortuna non sono io il crociato,
perché il crociato è un conquistatore e vuole imporre. Io non
cerco di imporre, ma cerco di fare in modo che gli uomini diventino se stessi,
che si costruiscano, che pensino da soli, e questo è importante (
)".
3 Domanda: "Ma c'è una differenza recepibile
tra verità e sincerità?".
Risposta di Mons. Gaillot: "Credo che la sincerità consista
nell'essere molto vicini a se stessi e quindi cercare di essere ciò ce
si è, veri con se stessi. Mentre la verità è qualcosa che
va al di là di noi stessi.